mercoledì 29 giugno 2011

shu-ha-ri

shuhari (Kanji: 守破離; Hiragana: しゅはり) descrive lo stadio di apprendimento nelle arti marziali giapponesi. È talvolta applicato anche ad altre discipline giapponesi quali il Go.

Etimologia: shuhari è indicativamente tradotto come "prima imparare, poi staccarsi ed infine superare".

  • shu (): proteggere, obbedire — sapienza tradizionale, saggezza — imparare i fondamenti, le tecniche, parte euristica
  • ha (): staccarsi — rompere la tradizione — staccarsi dall’illusione del sé
  • ri (離): lasciare, separare — superamento — non ci sono tecniche, tutto si muove in modo naturale, divenendo un’unico con lo spirito senza legarsi alle forme; superare la parte fisica


Definizione: Il Maestro di Aikido Endō Seishirō (shihan) dichiarò:

"Si sa che, quando noi impariamo o ci alleniamo in qualcosa, passiamo attraverso gli stadi di shu, ha e ri. Nello stadio di shu, ripetiamo le forme e discipliniamo noi stessi così che il nostro corpo assorba le forme che i nostri Maestri, i nostri antenati hanno creato. Rimaniano fedeli alle forme senza nessuna deviazione da esse. Poi, nello stadio di ha, una volta che abbiamo disciplinato noi stessi nell’acquisizione delle forme e dei movimenti, creamo innovazione. In questo processo le forme possono venire rotte e scartate. Infine, nello stadio di ri, lasciamo completamente le forme, apriamo la porta alla creatività tecnica ed arriviamo in un luogo dove agiamo in accordo con cosa il nostro cuore/mente desidera, non ostacolato.”
Storia: Il concetto di shu-ha-ri venne per la prima volta presentato da Fuhaku Kawakami come jo-ha-kyū (studio della modulazione temporale dei movimenti) nel “Tao del Té”. Successivamente Zeami Motokiyo, Maestri di Noh, estese questo concetto alla sua danza come shu-ha-ri, che divenne allora una parta della filosofia dell’Aikido. shu-ha-ri è parte dei principi filosofici del Shorinji Kempo.

shu-ha-ri non è una progressione lineare. shu-ha-ri può essere considerato come circoli concentrici, con shu dentro ha e sia shu e ha dentro ri. Quindi le tecniche fondamentali e la conoscenza non cambiano. I fondamenti rimangono gli costanti; solamente la loro applicazione e la maestria (astuzia, complessità) nella loro esecuzione cambia con i progressi dello studente e la sua stessa personalità inizia a percepire le tecniche eseguite. Allo stesso modo, l’allievo e l’insegnante sono sempre legati assieme dalla loro stretta relazione e dalla conoscenza, esperienza, cultura e tradizione condivise. Alla fine, shu-ha-ri dovrebbe risultare nel superamento dello studente sull’insegnante, sia nella conoscenza che nell’abilità. Questa è la fonte del miglioramento dell’arte nella sua interezza. Se lo studente mai supererà l’insegnante, allora l’arte, ben che vada, ristagnerà. Se lo studente mai raggiungerà l’abilità del suo insegnante, l’arte si deteriorerà. S lo studente può invece assimilare tutto ciò che l’insegnante può impartire e quindi progredire a livelli anche superiori di avanzamento, l’arte migliorerà continuamente e crescerà.


domenica 12 giugno 2011

Esami di Kyu e gara di kata: Maggio 2011

Alla fine della stagione sportiva e prima della chiusura estiva delle scuole, il Karate Estense ha organizzato un pomeriggio di karate per tutti i ragazzi delle palestre. Dopo l'allenamento di gruppo, quasi 200 ragazzi, cinture colorate e nere, si sono confrontati fra loro in una gara di kata alla quale hanno fatto seguito gli esami di Kyu per cinture colorate. Il Palazzo dello Sport di Occhiobello ha ospitato questa bella e partecipata iniziativa del Karate Estense.